giovedì 22 aprile 2010

OPENSOURCE NELLA SCUOLA

Ma di cosa si tratta esattamente? Quali sono i "termini chiave" che è giusto conoscere? Quali possono essere le ricadute sui vari comparti che compongono il sistema-scuola. Non è sempre facile poter fornire risposte chiare, anche per il forte impatto culturale che esso comporta.

Nonostante sul software libero e sull'Opensource si sia scritto e detto molto, anche in ambito scolastico, parlando con molti colleghi insegnanti ci si rende conto come talora restino degli equivoci di fondo, dovuti principalmente ad una certa confusione terminologica. Per evitare una possibile confusione fra termini nella sezione degli approfondimenti riportiamo una definizione delle categorie di software da cui si evincono chiaramente le differenze, ad esempio, fra il termine "software libero" e "Opensource" che spesso vengono usati come sinonimi. Indicano termini che hanno origine dallo stesso fenomeno, ma i software che rientrano in una categoria o nell'altra hanno differenze, ad esempio, nella licenza ad essi associata.

L'Open Source è adatto al mondo dell'Istruzione per vari motivi:

* Consente agli studenti di apprendere di più in quanto permette di "guardare dentro" e capire meglio come funzionano i computer e i sistemi operativi;
* Permette di allargare le piattaforme di apprendimento degli studenti favorendo la formazione di competenze diversificate;
* Agevola il riutilizzo di sistemi hardware non recentissimi presenti nel mondo dell'istruzione aiuta ad abbassare i costi complessivi delle dotazioni hardware e software delle scuole;
* È praticamente esente da virus.

Sempre di più si parla di software libero nella scuola; spesso si intendendo utilizzi anche molto diversi:

1. L'adozione del Sistema Operativo Linux su server;
2. L'uso di Prodotti di office automation (es: OpenOffice), ponendosi dunque la classica domanda "È meglio insegnare agli studenti ad usare i prodotti richiesti dal "mercato", oppure software libero che consentendo di analizzare il proprio funzionamento è più formativo?";
3. La didattica delle varie discipline (es: programmi open source per insegnare la fisica);
4. L'insegnamento dell' informatica alle elementari;
5. L'insegnamento dell'informatica agli studenti delle scuole tecniche;
6. La gestione di reti e servizi in rete.

Se ci riferiamo al citato punto F - una grande criticità tecnologica delle scuole - si evidenzia la carenza di "soluzioni aperte" sviluppate specificamente per le scuole, ben documentate e rispondenti ad analisi dei requisiti e specifiche prodotti ad hoc.

Come tendenza vediamo che è in aumento l'utilizzo di Linux, specialmente negli Istituti Tecnici e Professionali.
Sperimentazioni interessanti, a macchia di leopardo sul territorio nazionale, ma spesso frutto di fattori di eccellenza specifici o locali, difficilmente riproducibili su larga scala e nella fascia della scuola di base.

Una criticità è rappresentata dalla carenza di figure professionali di sistema dotate di competenze specifiche, nella scuola dove da sempre vi é il problema della mancanza di skill di amministratore di sistema informatico e di rete: i possibili risparmi andrebbero reinvestiti in formazione.

Un altro punto critico è quello dell'integrazione fra diverse piattaforme. Le scuole interessate al paradigma Open Source dovranno scegliere se effettuare un cambiamento radicale o prediligere soluzioni "blended"(integrate).

La consapevolezza e l'autonomia delle scelte rappresentano le prospettive per l'Open Source nella scuola.

da http://www.osservatoriotecnologico.it/software/open_source_scuola.htm

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